BORSELLINO, MUSETTI: MARTIRE ITALIANO

“Potrei anche morire da un momento all’altro, ma morirò sereno pensando che resteranno giovani come voi a difendere le idee in cui credono: ecco, in quel caso non sarò morto invano”.
Con queste parole Paolo Borsellino salutava i giovani del Fronte della Gioventù nel settembre del 1990, nel corso della festa nazionale del movimento tenutasi quell’anno a Siracusa. E nel diciannovesimo anniversario dalla sua morte, siamo proprio noi giovani i primi a rendere un commosso omaggio a questo eroe italiano, dicendogli grazie per tutto ciò che ha insegnato alla nostra generazione, che avrà cura di trasmetterlo anche a quelle future, negli anni, per perpetrare un ricordo, una figura, uno stile di vita improntato ai veri valori del nostro Paese, alla lotta per la libertà, alla perseveranza nelle avversità. Già, perché pur essendo oggi da tutti ricordato come un eroe nazionale, non più tardi di vent’anni fa Paolo Borsellino fu lasciato solo dalle istituzioni: probabilmente perché scomodo, o forse per l’invidia di tanti nei suoi confronti. Paolo, tu ci insegni ancora tanto, e noi siamo ancora qui, a camminare al tuo fianco, come sempre abbiamo fatto”.
Lo dichiara in una nota Gianni Musetti Segretario Nazionale di “Gioventù Italiana”, movimento giovanile de “La Destra” di Storace.