IL PENSIERO MULTIRAZZIALE SPIANA LA STRADA ALLA XENOFOBIA


IL RAZZISMO FUTURO: LA RAZZA UNICA
E' una percezione che avanza sempre più, e che accomuna oppositori o favorevoli, quella della possibilità di un meticciamento universale. L'ideologia immigrazionista e multietnicista non tende solo a creare oasi favorevoli alle minoranze, ma spinge all'abbattimento delle peculiarità, delle distanze e delle differenze etno-culturali, affermando la diversità come ricchezza, ma, di fatto, preparandone il sacrificio forse definitivo.
Esempio è un articolo del genetista britannico J. Steve Jones [foto sopra], docente alla UCL di Londra, il quale ci informa che la storia viene fatta sopra i materassi e i materassi moderni vedono accoppiarsi genti di tutte le etnie. Jones afferma, non semplicemente prospetta, un futuro "grigio" o "marrone", quando ogni essere umano sarà il prodotto di moltitudini di etnie incrociatesi (e ormai scomparse, ovviamente). Jones scrive questo sull'onda delle elezioni statunitensi, le quali, evidentemente, non sono solo vicende elettorali, ma finiscono, per alcuni, per essere il segno di un mutamento più che antropologico. Un superamento della vicenda umana, declinata nelle sue innumerevoli culture ed esperienze, e finita per divenire un monolite, monocolore e, forse, monoculturale. La ricchezza umana, la ricca varietà delle diversità umane, divenuta un unico blocco, dove, presumibilmente, dati i segni inquietanti del presente, l'antica diversità risulterebbe un insulto nei confronti di questa super-razza e cultura unica e totale.
Il totalitarismo prossimo venturo non si giocherà sulle leggi o sulle élites (non semplicemente almeno), ma sull'eliminazione definitiva e completa di ogni ambito, esperienza, possibilità, identità e luogo che siano alternativi al dominante. Il totalitarismo futuro non si accontenterà di leggi durissime e pene severe, di persecuzioni contro gli oppositori o di processi sommari, ma dello sradicamento di ogni possibilità alternativa prima ancora della sua venuta alla luce. Tra le vittime ci sarà anche la differenza umana: nazioni grandi o piccole, etnie di poche decine di persone o popoli numerosi, tutto verrà piano piano mescolato, non al fine di rispettare la diversità (che nel mescolamento viene distrutta), ma di imporre una sola sequenza di fenomeni culturali e di identità, il più possibile diffusi ed omogenei.
Esisterà perciò un razzismo futuro, in quanto l'omogeneità è appunto razzismo, nella sua più potente e spietata declinazione. Il mescolamento delle identità, esaltato aprioristicamente come libertà o altro, in realtà maschera il venir meno del radicamento e la pressione del quantitativamente forte sul debole, la svendita della genuinità della vita e il dominio tecnocratico. Rimarrà solo una modalità dell'esistenza, forse una o poche lingue, una o poche religioni, un solo volto e uno o pochi costumi, dopo decenni o secoli di indottrinamento affinchè nessuno rimanga escluso dal consesso di quella figura ideologica che è l'umanità. Essa, vaga figura più mitologica che reale, è la giustificazione per imporre la legge unica e la razza unica, in un mondo futuro che avrà ormai perso ogni possibilità di libertà, distruggendo i muri, gli ostacoli, le distanze, gli anfratti (quindi anche gli spazi di vera libertà). Si dirà (come già si dice) "esiste solo l'umanità" e dicendo questo si eliminerà via-via ogni fenomeno umano per creare la super-razza, secondo il volere delle élites dominanti.
Già ora, negli USA è tutto un professare (proprio come una professione di fede) le proprie molteplici origini, in particolare quando si tratta di personaggi pubblici (dall'attrice Megan Fox al golfista Tiger Woods). L'elemento più rilevante e "nobilitante" è quante più identità (passate) si possano accostare alla propria famiglia. Identità nessuna delle quali è ancora realmente esistente, ma solo evocata spettralmente, perchè a rimanere in vita è solo l'ordine multietnicista, fortemente propugnato sui mezzi di comunicazione (il medium è il caso di dire). Basta notare questi personaggi meticci e a quanto in essi rimanga delle culture antiche da cui provengono: come in tutte le cose, sono una parte esigua riuscirà a rapportarsi un minimo con esse, mentre la gran parte sarà un massa informe in-formata solo dalle mode del momento.
Si potrà dire che sono esagerazioni, si potrà dire che la diversità, anche umana, non potrà scomparire del tutto, si potrà dire che sono previsioni troppo cupe, ma saranno solo speranze se non ci si opporrà alla follia di questo tempo, fatta di "politicamente corretto", di massificazione comunicativa, virtualizzazione dell'esistente, individualismo, frammentazione sociale, distruzione etno-culturale del proprio e dell'altrui, ecc. L'umanità futura abiterà un pianeta prigione, dove, in funzione dell'omogeneità definitiva, ogni uomo sarà inevitabilmente solo prigioniero o carceriere. Forse entrambi, ma niente altro.